Condividere è democrazia, la relazione appassionata di Dom Salvatore Frigerio
“Condividere è democrazia”, è stato da questo assunto, titolo dell’incontro del circolo Acli Ora et Labora in occasione del ritiro di quaresima a Fonte Avellana, che Dom Salvatore Frigerio è partito nella profonda riflessione che ha appassionato gli aclisti presenti all’eremo domenica 7 aprile. Condividere, ha sottolineato l’ex priore, è uno dei problemi più stringenti dell’Italia attuale. Larga parte delle forze politiche non puntano al concetto di condivisione ma basano il proprio consenso soprattutto sul rifiuto, sull’odio. Questa deriva è davvero preoccupante ed è contraria allo spirito cristiano. Il popolo italiano è attratto dal leaderismo, dall’uomo forte al comando, soprattutto perché si sente impaurito. Molto del clima di paura e di scetticismo verso l’altro è in realtà alimentato ad arte da un sistema, talvolta anche mediatico, che ci vuole tutti sospettosi, timorosi che porta alla chiusura, alla diffidenza. In questo ambiente, lontano dalla realtà vera, il cittadino è portato a difendersi anche attraverso la violenza. E’ necessario quindi ripartire dalla parola di Dio, troppe volte usata in modo strumentale anche da politici che non ne conoscono davvero il senso, analizzandola a fondo e attualizzandola. La parola di Dio che non si dice ma si fa e che crea. Nel libro dell’Esodo, ricorda dom Frigerio, quando viene consegnata la parola, la legge, quello che noi chiamiamo comunemente comandamenti, il Signore dice chiaramente “ho fatto, ho parlato” consegnandosi al suo popolo, affinché questo liberato dalla schiavitù, agisca come lui. Un Dio che quindi si consegna e ci consegna una dimensione che la struttura religiosa del tempo stava perdendo. Gesù ha dovuto lottare contro un mondo, quello della sua epoca, chiuso, escludente sotto l’aspetto sociale e religioso. Egli ha portato la sua parola rivoluzionaria provenendo dalla Galilea, un luogo considerato immondo dai Giudei, scontrandosi e contestando i dottori della legge del posto. Gesù si è permesso di giudicare i giudei invitandoli ad andarsi a leggere ed imparare la scrittura. Un modo di fare che non poteva non essere considerato eretico e blasfemo. In questo suo atteggiamento quasi sovversivo, che andava a toccare nel profondo il conformismo del tempo, sta la sua grandezza. Parlare di condivisione in quel sistema chiuso, che considerava immondo tutto ciò che non era giudeo, parlare di fratellanza, di accoglienza anche nei confronti della donna, considerata semplice fattrice, era davvero qualcosa di sconvolgente che andava ad intaccare equilibri e valori tradizionali molto radicati. Trattando il tema dell’accoglienza Gesù fa un ulteriore salto qualitativo nel suo linguaggio e nel suo messaggio profetico. Accogliere Gesù significa accogliere l’altro e chi accoglie l’altro accoglie Gesù. L’altro che può essere anche un profeta, colui che prima di altri capta ciò che sta accadendo, che guarda nel profondo prevedendo conseguenze. Persone di cui c’è un gran bisogno, che vanno ascoltate, che danno messaggi importanti, un po’ come Gesù ed i profeti che continuamente facevano invocazioni denunciando la situazione corrotta del tempo. Oggi, spiega dom Salvatore Frigerio, avremmo assoluto bisogni di veri profeti, forse solo Papa Francesco può essere considerato tale rispetto ad una chiesa dormiente troppo spesso istituzionalizzata e assolutamente poco profetica. Chiusura dedicata ai concetti di salvezza e misericordia. Dio non vuole punirci per i nostri errori ma è misericordioso e vuole che gli individui siano consapevoli di ciò che compiono, delle proprie azioni ed eventualmente le correggano. Egli ci offre il dono prezioso del discernimento, ci consegna il suo Spirito Santo, affinché grazie a questo, ognuno possa essere in grado di fare delle scelte consapevoli affrontando nel giusto modo i problemi. Un Dio che vuole che l’individuo cresca, migliori, prendendo atto degli errori e provando a non commetterli di nuovo. Essere cristiani è soprattutto stare con l’altro aiutandolo a liberarsi da tutto ciò che gli impedisce di essere se stesso di fronte a Dio, di essere l’immagine stessa di Dio. La comitiva aclista, dopo la santa messa, ha raggiunto i suggestivi locali del refettorio per il pranzo concludendo la giornata con la visita dei locali dell’eremo.
William Stacchiotti