Incontro Acli al Santuario della Ghea che anticipa la Giornata per la custodia del Creato

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Sabato 31 agosto presso il Santuario della Madonna della Ghea, nel comune di Fossato di Vico, il circolo Acli Ora et Labora in collaborazione con i circoli della zona eugubino-gualdese, ha organizzato il tradizionale appuntamento che anticipa la 19° “Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato”. L’incontro sul tema: “Le primizie della speranza” si è aperto con le parole di Marta Ginettelli, vicepresidente provinciale delle Acli di Perugia. La dirigente aclista ha aperto il suo intervento diffondendo in Chiesa un pezzetto della canzone ufficiale del Creato. ll tema di questa edizione: “Sperare e agire con la Creazione” e il simbolo “Le primizie della speranza”, sono ispirati a Romani 8:19-25. L’immagine biblica raffigura la Terra come una madre che geme come se partorisse (Rm 8:22). San Francesco d’Assisi lo intendeva proprio così, quando nel suo Cantico delle Creature, si riferiva alla Terra come nostra sorella e nostra madre. I tempi in cui viviamo dimostrano che non ci rapportiamo alla Terra come ad un dono del nostro Creatore, ma come ad una risorsa da utilizzare e sfruttare al massimo. “La Creazione geme” (Rm 8,22) a causa del nostro egoismo e delle azioni insostenibili che la danneggiano costantemente. Insieme a nostra Sorella, Madre Terra, creature di ogni tipo, compresi gli esseri umani, gridano a causa delle azioni distruttive che causano: crisi climatiche, perdita di biodiversità e sofferenza umana. La Creazione, però, ci insegna che la speranza è presente nell’attesa, nell’attesa di un futuro migliore. Sperare in ogni caso, nel contesto biblico, non significa restare immobili ed in silenzio, ma gemere, gridare e tendere attivamente ad una vita nuova in mezzo alle tante difficoltà. Il Creato e tutti noi siamo chiamati ad adorare il Creatore, lavorando insieme per un futuro dinamico basato sulla speranza e sull’azione. Solo quando riusciamo a lavorare insieme al Creato possono germogliare le primizie della speranza. Spera e agisci, dunque, ha chiosato Marta Ginettelli, perché oggi è drammaticamente chiaro che c’è speranza solo se c’è cambiamento delle condizioni presenti. Roberto Paolo Ciabilli del M.a.s.c.i., ha usato come spunto per il suo sentito intervento, le linee guida per le attività di mobilitazione del “Tempo del Creato”. Nonostante i tanti negoziati ed accordi, le emissioni globali continuano a crescere e la necessaria transizione verso energie più pulite sta procedendo troppo lentamente. In questo “Tempo del Creato”, i cristiani di ogni parte del mondo hanno il compito, non certo facile, di sensibilizzare sul “Trattato di Non Proliferazione dei Combustibili Fossili TNPCF”. Questa iniziativa, che mira a raggiungere un accordo internazionale per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, garantisce comunque una giusta transizione che non vada a colpire pesantemente i lavoratori, le comunità e gli Stati. I pilastri su cui si fonda sono: la non proliferazione, l’eliminazione globale della produzione esistente e il sostegno ad una transizione equa e giusta. Per raggiungere questi obiettivi in modo concreto e celere, è necessario che la società civile dia la propria spinta affinché i giganti della terra capiscano veramente il grido di dolore della popolazione ed agiscano finalmente senza tentennamenti. Un accordo che sia vincolante come quello stretto a suo tempo per la messa al bando delle armi nucleari o sull’uso delle mine antiuomo. Durante questo “Tempo del Creato” serve quindi una sensibilizzazione forte che miri ad aiutare le persone di fede a comprendere la necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili. Partecipare alla “Giornata di Azione Globale del Tempo del Creato” del 21 settembre. Diffondere le notizie attraverso i social. Sottoscrivere la lettera di fede sul TNPCF sia individualmente, sia come istituzione. Organizzare infine, come fatto dal circolo Ora et Labora, incontri, dibattiti per trattare questi temi. L’ultimo intervento della giornata è stato di Lorenzo Gaiani della presidenza delle Acli di Milano. Il dirigente aclista milanese ha esordito ricordando come l’esortazione apostolica di papa Francesco “Laudate Deum” si ponga in continuità con l’enciclica “Laudato si’ “, ma con toni più pressanti e preoccupati. L’esortazione infatti non è soltanto una riflessione sulle urgenze della transizione ecologica, ma più profondamente è un richiamo che il Santo Padre fa a tutti i credenti e alle persone di buona volontà sul tema del potere. Dopo aver constatato l’esistenza di resistenze al concetto di transizione ecologica e di responsabilità umana nel mutamento climatico anche all’interno della Chiesa, Papa Francesco evidenzia il valore spirituale del richiamo alla responsabilità ambientale, a partire dal ruolo specifico che viene riservato all’essere umano. Viene rifiutata l’interpretazione aberrante di un certo ambientalismo radicale per cui l’uomo stesso sarebbe il virus che distrugge il pianeta, ma ricorda che l’uomo, vertice della Creazione, ha la responsabilità del mondo e di tutto ciò che lo popola. Nel momento in cui è evidente che l’aumento del riscaldamento globale è causa di sofferenze, aumento della disoccupazione, fuga forzata dalle proprie terre, malessere generalizzato, è compito specifico dei credenti assumere la responsabilità di superare quello che il Papa definisce il “paradigma tecnocratico”, che è il vero potere che governa il nostro mondo, sempre più funzionale alla ricerca della massimizzazione del profitto. Il Papa svela la natura negativa di moderni idoli come la tentazione di pensare che il potere conferito dal paradigma tecnocratico sia assoluto ed intangibile: del resto, tale potere per sua natura è escludente perché emargina i poveri ed i deboli. “Sembrerebbe che la colpa sia dei poveri”. Con questa definizione il Papa condanna apertamente quella che Stefano Zamagni ha definito  “aporofobia”, stigmatizzandolo come il grande male del nostro tempo. La paura dei poveri, il disprezzo, il colpevolizzare i poveri di esserlo: questo è un punto centrale del magistero di Papa Francesco. Le Acli sono consapevoli, che il dovere dei credenti oggi è quello di prendere sempre più coscienza della correlazione della vita degli esseri umani con quella di tutto il pianeta e di agire saggiamente e responsabilmente per difendere e tutelare la nostra comune abitazione in spirito di fraternità e solidarietà. Gaiani ha poi ricordato la figura indimenticabile del presidente delle Acli Giovanni Bianchi. Un uomo di fede prima di tutto, molto radicato nella sua comunità ecclesiale. Un politico costantemente alla ricerca di cultura e conoscenza, con un occhio attento ai problemi internazionali ed all’evoluzione della classe operaia. Credeva nella necessità di una rigenerazione politica soprattutto partendo dal pensiero di don Sturzo. Considerazioni quanto mai attuali in un momento storico in cui sempre meno persone si recano alle urne ed in cui la partecipazione alla vita politica è sempre più scarsa. Le Acli stanno predisponendo proprio per questo due proposte di legge popolare, una sulla trasparenza dei partiti e una sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica. La prima ha l’obiettivo di garantire e rinforzare l’applicazione dei principi di democrazia e trasparenza all’interno dei partiti politici, su tutti i livelli territoriali: locale, regionale, nazionale ed europeo. La seconda individua alcuni principi generali in materia di partecipazione e prevede l’istituzione di assemblee partecipative a livello nazionale, regionale o locale. Queste iniziative mirano quindi a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla partecipazione politica nel tentativo di riavvicinare definitivamente i cittadini. L’incontro si è chiuso con i saluti istituzionali del sindaco di Fossato di Vico Lorenzo Polidori e di quello di Sigillo Giampiero Fugnanesi. A conclusione della giornata si è tenuta la Santa Messa celebrata da don Raniero Menghini e dal diacono Elvio Frigio, in cui è stato ricordato Giovanni Bianchi e la foto ricordo davanti al suggestivo Santuario della Madonna della Ghea.
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